Roots, Riots, Bristol

di indipendenza ed eredità

Tutto inizia con una data, un periodo storico definito, circoscritto, a volte indicante un breve periodo di tempo, spesso così rilevante da condizionare infiniti scenari temporali. Questa storia inizia con un periodo che non ne delinea però il reale decorso. Così come il tempo, anche spazio e protagonisti di questa storia sono da ricercare più a fondo.

Bristol, la più grande città del sud-est dell’Inghilterra, melting pot di stili architettonici, fra le più importante area di scambio commerciale dell’Europa coloniale e post-coloniale, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 vive un altro grande melting pot, quello culturale, segnato dalla commistione tra la grande comunità caraibica, le crew Hip-Hop e i B-Boys, una folta scena Punk e molti artisti già affermati come i The Pop Group. Il fermento urbano generato da queste realtà da vita a quello che i più chiamano “Bristol Sound”. A segnare al nascita del “Bristol Sound”, è l’ascesa del Sound System “The Wild Bunch”, formatosi nel quartiere di St. Pauls nel 1983 e rimasto in attività fino al 1987. Il collettivo composto da Robert Del Naja, Tricky e Nellee Hooper, ha animato la scena underground della città di quegli anni  e ha segnato indissolubilmente la nascita di una nuova corrente musicale come il Trip-Hop.

Come però si accennava prima, il decorso di questa storia si sviluppa da molto prima. Con molto non si vuole di certo arrivare alla tratta degli schiavi africani di cui la città si è indelebilmente macchiata tra il XVI e il XIX secolo, in quanto quello di Bristol, fu uno dei principali porti di partenza e scalo delle navi britanniche per la rotta transatlantica.

D’altronde, anche qui si passa attraverso storie di viaggi e migrazioni.

Tutte le grandi città inglesi hanno avuto un enorme contributo pre la propria crescita in termini di musica e stile, da parte delle subculture giovanili.

Un po’ come Londra, anche Bristol è stata segnata dal flusso migratorio dai paesi caraibici negli anni ’50. Sono stati proprio i giovani provenienti da Giamaica, Barbados, St. Vincent & Granadine, a plasmare quello che poi sarebbe stato il Bristol Sound, influenzando la scena underground dell’epoca. Mento e Calypso echeggiano regolarmente nelle strade di Bristol già dall’inizio degli anni ’60. I Party spopolano e spuntano i primi DJ in città. Con l’esplosione dello Ska e del Reggae, l’inevitabile conseguenza è quella della nascita dei primi Sound System intorno al 1963. La vita notturna dei giovani provenienti dai Caraibi è esclusa da quella dei locali e delle sale da ballo popolate dai bianchi e, nel 1966, nasce il Bamboo Club nel quartiere di St. Pauls. Da qui, oltre agli emergenti Sound Systems locali, iniziano a fermarsi rinomati artisti internazionali.

St. Pauls Carnival

St. Pauls è un quartiere vissuto e popolato per la maggiore da persone provenienti dalle Indie Occidentali, figlie dello spietato colonialismo inglese e della povertà diffusa. Le tensioni all’interno del quartiere e con il resto della città si intensificano man mano che la vita sociale al suo interno si allarga e le condizioni economiche della maggior parte degli abitanti permette alla criminalità di insidiarsi come in pochi altri posti.

Bertram Wilks, è un giamaicano che vive a Bristol da quando ha 20 anni. Nel 1971 apre il Black and White Cafè, un posto in cui musica e cucina caraibica si fondono, e presto diventa il punto di incontro di persone di ogni età di St. Pauls. La polizia di Bristol lo etichetta come base di spaccio e consumo di droghe e negli anni attua una brutale repressione nei confronti dei titolari, dei fruitori e di chiunque si trovi nel momento sbagliato al Black and White Cafè.

È qui che si presenta la vera svolta per le subculture della città. Il 2 aprile 1980, la polizia fa una violenta irruzione nel locale, che scaturisce la reazione di centinaia di ragazze e ragazze accorsi davanti al café. Dopo ore di scontri, centinaia di feriti e arrestati, una delegazione in rappresentanza degli abitanti del quartiere media con la polizia, che portano alla cessazione della rivolta e, soprattutto, per la prima volta, all’ottenimento del non sequestro dell’attrezzatura  musicale.

Seppur la polizia continuerà ad irrompere in maniera violenta al Black and White Café, quella dei Bristol Riots è considerata una grande vittoria dei giovani appartenenti alla Sound System Culture.

Da quel giorno, una nuova identità ha iniziato a prendere forma a Bristol dal Big Bang generato dalla collisione tra la Sound System Culture, il Punk, gli scontri con la polizia e le nuove forme di attivismo. Le ricadute, come già narrato, saranno epiche.

Se l’Hip-Hop è netta conseguenza della British Black Culture,la Sound System Culture e il reggae hanno dato vita allo straordinario sviluppo della Drum’n’Bass e in particolare della Jungle. Infatti, nessuna città più di Bristol ha avuto influenza su questi due fenomeni culturali e musicali. E se in Buggsy abbiamo avuto modo di sentire la commistione di tutte queste storie, Rets fonda le sue radici proprio nel suono bristoliano più rude della Jungle.

Senza tutte queste storie Foundation Industria sarebbe solo un evento a cui andare a ballare e a divertirsi. Invece vuole essere una storia di indipendenza, di cui tutti e tutte siete parte, e di eredità, eredità di Ferrara, di High Foundation, eredità di Roots, di Riots, di Bristol.

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